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Che cosa resta dopo la furia dell'Uragano Irma

  • GlobalFriends
  • 14 set 2017
  • Tempo di lettura: 2 min

Key West, Miami

Classificato come uno dei più grandi e peggiori uragani mai formatosi nell'Oceano Atlantico, Irma ha portato con sé venti che hanno superato la velocità di 300 chilometri orari, e, nelle zone esposte, ha avuto caratteristiche distruttive paragonabili all'esplosione di una bomba atomica.

Le isole caraibiche interessate in modo diretto dall'uragano come Saint Martin e Barbuda sono state rase al suolo, mentre ovunque è saltata la corrente elettrica e sono stati annientati tutti i sistemi di comunicazione.

Non funziona internet e la TV, e, si trasmettono informazioni solo con sistemi di emergenza.

Irma si è poi spostato sulle Isole Vergini britanniche, Porto Rico, nella Repubblica Dominicana, a Haiti, a Cuba, alle Bahamas e nelle Isole Turks e Caicos dove fortunatamente i danni sono stati minori.

Nei Caraibi il passaggio è stato devastante, l'UNICEF ha infatti stimato che quasi 20 mila bambini e adolescenti siano stati colpiti nelle isole e potrebbero presto diffondersi malattie a causa della mancanza di acqua pulita e potabile.

In forza ridotta si è infine scatenato sugli Stati Uniti, colpendo in particolare lo stato della Florida, la Georgia e il South Carolina, causando 55 vittime accertate e con danni per 50 miliardi di dollari.

Dopo il passaggio di Irma, la tensione non è ancora finita, declassato a categoria uno, è allarme alluvioni; ora gli abitanti delle isole lottano per la sopravvivenza e si sono registrate risse per gli ultimi alimenti rimasti e tra gli stessi superstiti.

Uscendo, infatti, dai loro rifugi, gli abitanti delle isole colpite hanno iniziato a vagare tra le macerie ala ricerca di confezioni di cibo scampate alla furia dell'acqua. Ben presto è stato chiaro che non era rimasto molto, ed è ed è esplosa la violenza per contendersi il poco a disposizione.

La situazione si è fatta tesa anche per la comparsa di persone armate che hanno iniziato a saccheggiare negozi, case e macchine abbandonate.

Per combattere lo sciacallaggio e soccorrere le popolazioni, francesi e olandesi hanno inviato truppe e aiuti nei loro territori ma le operazioni si sono dovute interrompere con l'arrivo di José, l'altro ciclone che si sta muovendo al largo delle coste caraibiche.

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