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Camerun: è in atto una crisi umanitaria che si consuma nelle due regioni anglofone.

  • GlobalFriends
  • 9 giu 2019
  • Tempo di lettura: 2 min

"Del conflitto dimenticato nelle zone anglofone pochi ne parlano ed è un dramma ignorato dalla comunità internazionale", ha dichiarato qualche giorno fa il direttore regionale del Consiglio Norvegese per i Rifugiati, Nigel Tricks; infatti, i dialoghi tra le autorità di Yaoundé e i separatisti non sono mai realmente iniziati.

Il conflitto è in atto nelle due province anglofone dalla fine del 2016. Allora il presidente Biya aveva proclamato di voler spostare gli insegnanti francofoni nelle scuole anglofone. Ma, secondo un accordo sull'educazione scolastica del 1998, i due sotto-sistemi, quello anglofono e quello francofono, sarebbero dovuti restare autonomi e indipendenti.

In base a un rapporto della ONG Human Rights Watch le ostilità in atto avrebbero causato finora oltre 1.800 morti. Gli sfollati sono oltre mezzo milione, mentre decine di migliaia hanno cercato protezione nei Paesi confinanti, tra loro 35.000 si sono rifugiati nella vicina Nigeria. Secondo le stime dell’ONU, 1,5 milioni di persone si trovano in stato di insicurezza alimentare. E il mondo tace.

A fine maggio Amnesty Internationl, HRW e altre sette ONG hanno fatto sapere che senza un’azione rapida la situazione rischia di precipitare e hanno suggerito al Consiglio di sicurezza dell’ONU di mettere nella propria agenda riunioni d’informazione e discussioni sulla condizione del Camerun anglofono.

Anche Antonio Guterres, segretario generale dell’ONU, nel suo rapporto, presentato martedì scorso al Consiglio di sicurezza si è detto fortemente preoccupato per il progressivo deterioramento delle condizioni di sicurezza, per la situazione allarmante dei diritti umani nelle regioni del Nord-ovest e Sud-ovest del Camerun, dove questi vengono regolarmente violati sia dalle forze governative che dai gruppi armati indipendisti. Infine il capo del Palazzo di Vetro ha precisato: “Finora il dialogo tra le parti, volto a risolvere in modo pacifico i contrasti, non ha portato risultati significativi”.

E mentre il mondo continua a girarsi dall’altra parte, il conflitto non si arresta, la gente continua a fuggire perchè terrorizzata dalle violenze, molte scuole sono chiuse e 780.000 bambini vengono privati della loro istruzione, del loro futuro.

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